RISONANZA VOCALE


Affinchè uno strumento musicale possa svolgere la sua funzione, e cioè quella produrre uno o più suoni, devono coesistere due elementi indispensabili:

elemento vibrante - la fonte dell'energia sonora

uno o più risuonatori - le cavità che amplificano e modellano l'energia sonora

Per alcuni strumenti è previsto un terzo elemento:

adattatore di impedenza - (l'impedenza acustica è un valore che determina la resistenza di un fluido, aria, acqua, ..., alla propagazione delle onde sonore) solitamente un elemento parte integrante dello strumento che trasferisce l'energia meccanica tra varie parti dello strumento stesso o tra lo strumento e il mezzo conduttore, generalmente l'aria che lo circonda

Come esempio consideriamo tre strumenti tradizionali:

il flauto - prevede come elemento vibrante l'aria, e come risuonatore la canna con i fori

la tromba - prevede come elemento vibrante le labbra dell'esecutore, come risuonatore la canna con i pistoni e come adattatore d'impedenza la campana, la quale adatta l'impedenza della canna a quella dell'aria circostante allargandosi gradualmente

il violino - prevede come elemento vibrante le corde, come risuonatore la cassa armonica, e come adattatore di impedenza il ponticello (in realtà anche l'anima e il corpo stesso del violino, ma non complichiamo le cose) il quale permette il trasferimento dell'energia meccanica prodotta dalle corde alla cassa armonica.

Potremmo affermare che la risonanza è quel processo mediante il quale un sistema può assorbire energia da un elemento vibrante solo in una determinata banda frequenziale corrispondente alle frequenze proprie:

 
risonanza a
                    1500 Hz

risonanza a 1500 Hz

La risonanza vocale corrisponde a quel processo per cui il debole effetto acustico determinato dalla vibrazione delle pieghe vocali, attraverso il passaggio nel Vocal Tract, viene modellato ed amplificato determinando il timbro vocale. Praticamente il tratto vocale, il risuonatore (o meglio l'insieme dei risuonatori), amplifica l'energia prodotta dalle corde vocali, la fonte, in certe bande frequenziali corrispondenti alle proprie frequenze di risonanza, smorzando le componenti armoniche estranee o distanti:

risuonatori vocal tract, F1, F2 e
                  F3
risuonatori vocal tract, F1, F2 e F3

Come si vede nella figura sopra, ho simulato l'effetto di tre cavità di risonanza del tratto vocale, ciascuna con una propria frequenza di risonanza, 500, 1500 e 2500 Hz, come previste in un tratto vocale maschile di umano adulto (lunghezza media circa 17 cm.); come si nota nella sezione di OUTPUT della figura le componenti armoniche coincidenti con le frequenze di risonanza delle cavità sono di intensità maggiore rispetto alle componenti vicine, che anzi vengono smorzate; da qui possiamo quindi comprendere il significato di formante vocale (il quale in verità non si riduce a questa semplice definizione, ma approfondiremo in una prossima pagina):

le formanti vocali rappresentano le risonanze delle cavità del tratto vocale,

di frequenza variabile in relazione a struttura, forma

e dimensione delle cavità medesime

Parliamo di rinforzi armonici, di conseguenza formantici, dovuti alla configurazione mobile della cavità faringea, della cavità orale e della cavità nasale (la quale merita un capitolo a parte) determinata da diverse posizioni assunte da laringe, lingua, velo palatino, labbra e mandibola (o mascellare inferiore).


Ken Stevens, considerato uno dei massimi esperti di fonetica acustica e direttore dello Speech Communication Group presso il Massachusetts Institute of Technology, nel 1962 produce con l'aiuto del collega svedese Ohman questo filmato presso il Wenner-Gren Research Laboratory di Stoccolma, grazie al quale si riescono a notare abbastanza nitidamente le variazioni del tratto vocale in relazione a vari fonemi e alle due frasi finali Why did Ken set the soggy net on top of his deck? I have put blood on her two clean yellow shoes.

Il filmato originale - alcune fonti discordano sul fatto che il soggetto fosse lo stesso Stevens o uno speaker canadese - è stato descritto ampiamente da J.S. Perkell nel suo Physiology of speech production: results and implications of a quantitative cineradiographic study del 1969. Per chi fosse interessato lo si può acquistare facilmente in rete, in ogni caso a questo link si può anche leggere qualche pagina introduttiva. Gli stessi Stevens e Ohman ne parlano a pagina 15 di questo pdf.


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E' tutto un gioco di equilibrio.

Quindi l'onda sonora prodotta dalle pieghe vocali, man mano che proseguirà il suo percorso attraverso il VT e le cavità di risonanza, risulterà composto da armonici di differente intensità, dando luogo quindi a precise distribuzioni formantiche.

Ora bisogna fare chiarezza:

Alcune precisazioni:

ciò che funge da risuonatore non è la cavità di risonanza, ma l'aria in essa contenuta.


Trevor Cox della University of Salford di Manchester ci spiega in modo curioso il rapporto tra corpo vibrante e risuonatore seguendo il modello source-filter (ne accenneremo più avanti) utilizzando il classico  palloncino/cuscinetto a pernacchia:

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L'elasticità, la consistenza e la densità del materiale che costituisce l'involucro-contenitore della cavità determinano semplicemente in che modo l'aria verrà sollecitata; basti pensare alla differente qualità timbrica tra uno Stradivari e un violino cinese. In generale una parete molto elastica attenuerà l'energia sonora, al contrario una parete rigida l'amplificherà.


 by nlm.nih.gov/medlineplus
 

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Vi sono ancora oggi idee differenti riguardo al ruolo dei seni paranasali nella produzione vocale; mentre secondo molti insegnanti di canto sarebbero di fondamentale importanza ai fini qualitativi del timbro vocale, secondo la foniatria non prenderebbero parte al processo di risonanza in quanto l'aria in essi contenuta non potrebbe essere sollecitata da alcuna energia sonora, non potendo quindi risuonare.

Se fosse vera la seconda ipotesi, come credo, quale significato assumerebbero i concetti di suono in maschera o voce di testa tanto cari ai maestri di canto tradizionali? Ne deduco che siano solo sensazioni vibratorie musco-scheletriche (come la voce di petto) e in quanto tali inutili nella formazione strutturale del timbro vocale; queste sensazioni fungono piuttosto da cartina di tornasole, nel senso che l'avvertire, il percepire la sensazione di suono in maschera conferma un efficiente ed efficace utilizzo delle cavità di risonanza del tratto vocale, le quali trasmettono la loro sollecitazione sotto forma di micro vibrazioni al massiccio facciale.




La produzione e "costruzione" delle vocali avviene nel tratto vocale, spazio compreso tra la glottide e le labbra, e comunque non dovrebbe coinvolgere la cavità nasale, la quale produrrebbe delle antirisonanze - o controformanti - che indebolirebbero anche le componenti armoniche deputate alla determinazione del colore e alla qualità del timbro. Vediamo come sono strutturate tali cavità:

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Spesso mi sono trovato a discutere sulla questione con vari insegnanti di canto operistico, e solo con qualcuno disposto a prendere in considerazione delle alternative al proprio credo. Ovviamente il problema non è di tipo comunicativo - al limite terminologico - quanto di eccessivo ancoraggio da parte loro a proprie convinzioni basate giustamente su sensazioni propriocettive, ma senza possedere l'elasticità mentale per poterle o volerle giustificare o comprenderne il significato in profondità. Negli ultimi tempi la situazione è mutata leggermente, alcuni insegnanti si aggiornano e si documentano, allargando il proprio interesse verso l'acustica e la foniatria.

Il suono generato dalle pieghe vocali (o corde vocali, CV) è simile ad un debole ronzio; dalla glottide, spazio tra le CV, alle cavità sopraglottiche, verrà trasformato dalla loro conformazione strutturale. Il tratto vocale funge da cassa di risonanza, mutevole nella forma e in grado di creare all'interno della sua struttura diverse zone/cavità che, in relazione alla propria forma e dimensione, determineranno un incremento di determinate componenti armoniche. Nel seguente video abbiamo una dimostrazione di ciò che si può ottenere acusticamente utilizzando un vocal tract artificiale; per maggiori dettagli consiglio vivamente di leggere questo pdf, nel quale Satoru Fujita e Kiyoshi Honda offrono anche un'esauriente spiegazione sull'effetto di anti-risonanza delle fosse piriformi, pyriform fossa, individuabili al minuto 6:20 del secondo video:

 


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Ora, senza riassumere il percorso storico della ricerca sull'acustica vocale - sarebbe improponibile dato il numero elevatissimo di pedagogisti e ricercatori - andiamo indietro nel tempo e vediamo a grandi linee cosa si pensava su quanto detto, elencando solo qualche nome:


In seguito saranno così riassunte dal fisico americano Harvey Fletcher:

Harmonic Theory The vocal cords generate a complex wave having a fundamental and a large number of harmonics. The component frequencies are all exact multiples of the fundamental. ...when these waves pass through the throat, the mouth, and the nasal cavities those frequencies near the resonant frequencies of these cavities are radiated into the air very much magnified, ... These reinforced frequency regions determine the vowel quality.

ovvero, le corde vocali producono un suono complesso provvisto di componenti armoniche - e quindi di una frequenza fondamentale, il suono passa attraverso il tratto vocale, le frequenze più vicine alle frequenze di risonanza del tratto vocale vengono amplificate maggiormente rispetto ad altre, determinando la qualità vocalica

Inharmonic Theory The vocal cords act only as an agent for exciting the transient frequencies which are characteristic of the vocal cavities. A puff of air from the glottis sets the air in these cavities into vibration. This vibration soon diminishes until it is started anew by a second puff. ...the puffs do not necessarily follow each other periodically.

ovvero, la glottide produce soffi d'aria (impulsi) che, entrando nel tratto vocale, eccitano le onde sinusoidali corrispondenti alle frequenze di risonanza del tratto; l'eccitazione poi decresce rapidamente fino al momento in cui uno sbuffo successivo ricomincia il ciclo; gli sbuffi d'aria non necessariamente si susseguono con una frequenza che è uguale alla frequenza di risonanza del tratto e non consistono di parziali che hanno frequenze diverse

Entrambe le teorie saranno supportate fino al 1930 anche da cantanti e insegnanti di canto, in seguito la Inharmonic Theory verrà confutata.


Ho citato solo alcuni ricercatori, tralasciando nomi anche altrettanto illustri, comunque quanto basta per avere un'idea del percorso sulla ricerca del significato di risonanza vocale, e quindi della formazione vocalica. Appare abbastanza chiaro come nel corso del tempo l'indagine abbia seguito due percorsi paralleli e nemmeno troppo distanti, speech e singing; altro aspetto particolare, la ricerca ha coinvolto in gran parte studiosi americani e svedesi, soprattutto negli ultimi decenni.


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